Introduzione

INTRODUZIONE

(da Ipotiroidismo, una emergenza ignorata)

La maggior parte dei medici che ogni giorno nel proprio studio vede una vasta tipologia di pazienti ha la netta sensazione che negli ultimi 10-20 anni le patologie della tiroide siano in aumento. Molti pazienti assumono ormone tiroideo (in realtà quasi sempre solo L-Tiroxina) perché presentano noduli tiroidei, Tiroidite di Hashimoto (una tiroidite autoimmune) o perché sono francamente ipotiroidei.

Questo aumento si ritiene dovuto, più che ad una aumentata incidenza delle patologie stesse, al miglioramento delle procedure diagnostiche (soprattutto la diffusione dell’ecografia).

I dati ufficiali dicono che circa il 30% della popolazione italiana abbia un qualche problema alla tiroide, mentre i noduli tiroidei sarebbero presenti almeno nel 10% della popolazione.

I questo libro scopriremo come questi numeri siano molto al di sotto della realtà perchè la stragrande maggioranza dei casi, soprattutto di ipotiroidismo, non viene rilevata dagli esami di laboratorio e quindi molto spesso non viene diagnosticata.

Ma questo purtroppo non toglie che le persone che ne sono affette soffrano comunque di disturbi molto seri e a volte invalidanti. Molti di questi pazienti vagano da un medico all’altro senza riuscire a trovare  un concreto sollievo per i sintomi che li affliggono proprio perché una corretta diagnosi non viene mai fatta.

La tecnica medica ha fatto passi da gigante negli ultimi decenni e non possiamo che esserne felici ma a volte, come nel caso della ridotta funzionalità tiroidea, la fiducia cieca e spesso acritica dei medici  negli esami di laboratorio può impedire una corretta diagnosi ed una efficace terapia.

Fino a qualche decennio fa il medico, per effettuare una diagnosi, si basava praticamente sulla sola clinica, cioè sull’insieme dei sintomi e dei segni che il paziente presentava.

Il laboratorio, ausilio spesso assai prezioso, non può e non deve però sostituirsi all’esame clinico del paziente e al ragionamento deduttivo del medico. Quando laboratorio e clinica sono in conflitto, a mio parere (ma anche secondo logica e buon senso), dovrebbe essere la clinica ad averla vinta.

Invece troppo spesso il medico dà più importanza a delle “macchie di inchiostro su un foglio di carta” piuttosto che ai disturbi del paziente che ci consulta per chiederci aiuto.

Questo libro è stato scritto per informare il pubblico sulla elevata incidenza e sulla reale portata di tutti quei casi di ipotiroidismo che potremmo definire “sub-laboratoristico” (cioè senza netto riscontro negli esami ematologici sulla funzionalità tiroidea), per consentire a coloro che potrebbero esserne afflitti di verificare se i loro sintomi siano compatibili con questa patologia in modo che essi possano poi cercare una conferma diagnostica dal loro medico di fiducia e, ultimo ma non meno importante, anche perché noi medici non perseveriamo nell’errore.

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