Domande Frequenti (FAQ)

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IPOTIROIDISMO E IPERTIROIDISMO

Ho diversi sintomi fra quelli elencati come dovuti all’ipotiroidismo ma nessuno me lo ha mai diagnosticato, come posso scoprire se ne soffro?

–         Prima di tutto va ricordato che diversi dei sintomi elencati sono abbastanza generici e potrebbero essere causati anche da altre patologie. Detto questo va anche sottolineato che è assolutamente possibile essere ipotiroidei anche con gli esami classici (TSH, FT3, FT4) che hanno valori ancora perfettamente nei limiti. Per valutarne la possibilità la prima cosa da fare è misurarsi la temperatura corporea come indicato qui oltre naturalmente a verificare che siano presenti dei sintomi fra quelli elencati qui.  In caso di temperatura bassa + sintomi presenti è possibile che siate ipotiroidei e a quel punto ha senso fare (se non li avete già recenti) gli esami indicati qui per poi fissare un appuntamento.

Quali cibi devo evitare se soffro di ipotiroidismo?

–          I cibi che rallentano la tiroide sono soprattutto le crucifere (tutti  i tipi di cavoli, rape, crescione, rucola, ravanello, rafano, colza) e la soia, e in maniera minore spinaci, noci, cipolla, miglio, lattuga. Questi cibi (soprattutto crucifere e soia) vanno mangiati solo occasionalmente e preferibilmente cotti. E naturalmente vanno evitati (ma questo andrebbe fatto sempre e non solo nell’ipotiroidismo)  grassi idrogenati, margarine, olii di semi (e cibi che ne contengono), zuccheri raffinati, e si dovrebbero ridurre al minimo latte e latticini e, in caso di conosciuta o sospetta intolleranza al glutine, grani e farine di cereali

E’ consigliabile usare il sale iodato in caso di ipotiroidismo?

–          No, il sale che io consiglio è quello grigio integrale di Bretagna (detto anche dell’Oceano Atlantico) che contiene ancora tutti i minerali presenti nell’acqua di mare da cui deriva, a differenza del sale iodato che è cloruro di sodio puro a cui è aggiunta una piccola quantità di iodio. Il sale grigio suddetto  si trova facilmente nelle buone erboristerie e nei negozi di alimenti naturali

Devo evitare lo iodio, o di mangiare il pesce o di andare al mare se ho problemi di ipotiroidismo?

–          Lo iodio è generalmente utile nelle problematiche tiroidee anche se è bene essere prudenti nei casi di tiroidite autoimmune ( tiroidite di Hashimoto ) con TSH alto e/o anticorpi tiroidei elevati  in quanto potrebbe, se usato in dosi farmacologiche (ad esempio come soluzione di Lugol), almeno temporaneamente peggiorare la situazione. In questi casi però il semplice andare al mare, mangiare pesce o assumere piccole quantità di iodio come quello contenuto nelle alghe non crea generalmente alcun problema.

Ho sempre la pancia molto gonfia e la digestione molto lenta. C’entra con la tiroide? C’è qualcosa che posso fare?

–          L’ipotiroidismo riduce anche le secrezioni digestive per cui è possibile che determini o peggiori una situazione di questo tipo. La prima cosa da fare sarebbe escludere una intolleranza al glutine (che può essere anche parte in causa nella genesi della tiroidite autoimmune di Hashimoto) provando ad eliminare tutti i cibi contenenti glutine per almeno un mese (meglio se due). Se questa modifica porta evidenti benefici si è sicuramente in presenza di una intolleranza per cui è bene evitare il glutine per almeno 6 mesi. Anche il latte (alimento che sarebbe bene comunque evitare o limitare drasticamente) ed i lieviti (soprattutto quello di birra) potrebbero essere responsabili di una intolleranza e nel caso andrebbero quindi esclusi.

Nei casi in cui non ci siano invece intolleranze evidenti ma solo un rallentamento della digestione (probabilmente per carenza di succhi gastrici e/o di enzimi pancreatici) si possono assumere degli enzimi digestivi e/o acido cloridrico. Nei casi più leggeri può essere sufficiente usare prodotti a base di amido di riso fermentato (contenenti enzimi digestivi di origine vegetale) mentre per i casi più ostinati può essere più indicato un prodotto contenente Betaina HCL (che produce acido cloridrico) possibilmente addizionata con pepsina.

 La mia tiroide può ” guarire ” ? Può ricominciare a lavorare da sola o dovrò per forza usare gli ormoni tiroidei?

–          Dipende, se la patologia non è di origine autoimmune e se all’ecografia la ghiandola non mostra evidenti alterazioni strutturali non è escluso che questa possa “rimettersi in moto” semplicemente nutrendola e stimolandola adeguatamente con integratori vitaminico-minerali, fitoterapici o prodotti omeopatici ecc senza quindi dover ricorrere agli ormoni.

Le cose sono purtroppo diverse in caso di tiroidite cronica autoimmune ( tiroidite di hashimoto) quando l’ecografia mostra già una struttura disomogenea e soprattuto se siamo in presenza di sintomi da ipotiroidismo, in questi casi la mia esperienza è che sia quasi impossibile ottenere un accettabile miglioramento dei sintomi e della qualità della vita del paziente senza l’uso di un pò di ormoni tiroidei.

Inoltre va fatto notare che in caso di tiroidite di Hashimoto anche nel caso favorevole in cui gli anticorpi diventassero negativi (segno che l’infiammazione autoimmune è al momento inattiva) questo purtroppo non sia da considerare come un un segno di possibile guarigione dalla malattia. Infatti la riduzione degli anticorpi non cambia granchè le cose dal punto di vista clinico e terapeutico perchè i danni strutturali alla ghiandola (visibili all’ecografia come zone disomogenee ed ipo/iperecogene) creati dall’attacco degli anticorpi nei periodi precedenti non possono guarire nel senso che non è possibile ritornare ad avere una ghiandola strutturalmente e funzionalmente integra come lo era prima della malattia, questo perchè il tessuto tiroideo non si può rigenerare per cui i danni fatti restano e la cura, cioè la terapia ormonale, va continuata comunque a vita.

E in caso di ipertiroidismo (Morbo di Basedow ecc.)?

–          Purtroppo nell’ipertiroidismo non abbiamo un’alternativa così efficace come è invece la tiroide secca nell’ipotiroidismo, per cui solo nei casi più lievi possiamo sperare di riuscire a controllare la malattia usando esclusivamente prodotti naturali (integratori, fitoterapici, omeopatici), mentre in quelli più seri purtroppo è molto difficile poter fare a meno dei farmaci. Naturalmente se il Basedow è già stato trattato chirurgicamente o con iodio radioattivo (e quindi si è passati ad una fase di ipotiroidismo) possiamo tranquillamente usare la tiroide secca come nei normali casi di ipotiroidismo.

LA VISITA

Come posso prendere appuntamento per una visita?

–          per telefono chiamando il n. 380-28.73.224 nei seguenti orari: lunedì: 10-13 – martedì: 17-19 – mercoledì: 9-12 – giovedì: 14-16 -venerdì: 9-12 – sabato: 9-11 (si prega di NON lasciare messaggi in segreteria)

–          per email: info@drvergini.it

Quali analisi devo fare prima della prima visita?

–          se non li ha già recenti, faccia gli esami indicati qui (primo gruppo) e misuri la temperatura basale secondo Barnes come indicato qui

Quanto tempo dura una visita?

–          La durata della visita può variare a seconda della complessità del singolo caso ma mediamente va dai 30 ai 45 minuti

Quanto costa la visita?

–          Per questa informazione rivolgersi allo studio. Le visite a Bologna hanno un prezzo un po’ superiore per coprire i costi di trasferta.

C’è differenza di prezzo fra la prima visita e le visite di controllo?

–          No, tutte le visite hanno lo stesso costo, indipendentemente dal fatto che siano prime visite o controlli. Io cerco comunque di mantenere i prezzi il più possibile accessibili.

Dopo quanto dovrò fare una visita di controllo?

–          Generalmente  la prima visita di controllo viene consigliata dopo 5-6 mesi.

Quante visite di controllo dovrò fare, e quanto frequenti?

–          Generalmente tendo  a richiedere il minor numero possibile di visite di controllo compatibilmente con lo stato di salute del paziente. Una prima visita di controllo viene richiesta dopo 4-6 mesi dalla prima visita. Le visite successive, in assenza di particolari problemi, verranno effettuate ad intervalli più lunghi e in caso di una buona risposta alla terapia mediamente una volta all’anno. Naturalmente se nel frattempo apparissero problemi è necessario rivedersi prima della scadenza annuale. Continuare ad effettuare regolari controlli (ogni anno/anno e mezzo al massimo) è condizione essenziale per continuare ad essere seguiti da me.

LA TIROIDE SECCA

Che differenza c’è tra tiroide secca e tiroxina (eutirox/tirosint/tiche)?

–          La tiroide secca è prodotta con ghiandola tiroide di maiale essiccata e polverizzata e poi formulata in compresse. Essendo fatta con una ghiandola intera contiene tutti e cinque gli ormoni tiroidei (T1, T2, T3, T4 e calcitonina) più altri fattori minori non ormonali contenuti naturalmente nella ghiandola stessa, mentre la tiroxina è solo T4, cioè solo uno dei cinque ormoni prodotti dalla tiroide e per di più è un ormone inattivo che a sua volta deve essere trasformato (dal nostro organismo) in T3 per manifestare un effetto metabolico. E’ quindi abbastanza intuitivo capire il perchè la tiroide secca spesso compensi meglio della sola tiroxina la carenza di ormoni tiroidei tipica dell’ipotiroidismo

La tiroide secca è in vendita in Italia?

–          La tiroide secca come specialità era regolarmente in commercio in Italia fino alla fine del  2011, ma ora non lo è più, e non è più in vendita nemmeno negli altri paesi europei. Al momento quindi  è reperibile tramite alcune farmacie estere che la importano dagli Stati Uniti oppure tramite alcune farmacie galeniche italiane che la preparano partendo da una materia prima certificata conforme alla farmacopea americana (USP). E’ preferibile una preparazione in compresse piuttosto che in capsule perchè consente flessibilità in caso di variazione del dosaggio, cosa molto importante specie nella fase iniziale della terapia quando questo va progressivamente aggiustato a seconda delle necessità del singolo paziente. Nauralmente, essendo un farmaco, è acquistabile solo con ricetta medica.

Perchè la tiroide secca in Italia è stata ritirata dal commercio?

–          In realtà la tiroide secca italiana non è mai stata “ritirata” dal commercio, essa non è più sul mercato come specialià semplicemente perchè l’azienda produttrice ha deciso autonomamente di interromperne la produzione, ma non è mai stata oggetto di provvedimenti di ritiro da parte delle autorità sanitarie per motivi legati alla salute pubblica. Infatti può essere regolarmente prescritta e preparata dalla farmacia come galenico.

E’ vero che la tiroide secca costa molto?

–          Purtroppo la tiroide secca non è mutuabile e costa sicuramente di più della tiroxina sintetica normalmente utilizzata dagli endocrinologi, ma non ha comunque prezzi  altissimi. Il costo della terapia a base di tiroide secca, variabile in base al dosaggio necessario al singolo paziente, varia mediamente dai 20 ai 30 euro al mese. Quindi non è gratuita, ma nemmeno proibitiva.

È vero che la tiroide secca è inaffidabile, obsoleta o addirittura pericolosa per la mia salute in quanto di derivazione animale? Può avere effetti collaterali?

–          Assolutamente no, la tiroide secca è a tutti gli effetti un farmaco e come tale è sottoposta a tutti i rigorosi controlli scientifici, tecnici ed igienici tipici dei farmaci. È un prodotto in commercio da oltre 80 anni che non è mai stato ritirato dal commercio per motivi di sicurezza, inaffidabilità o rischi per la salute pubblica. Ogni lotto è standardizzato riguardo alle quantità di T3 e T4 contenute che sono pertanto mantenute costanti.

Riguardo a possibili effetti collaterali, escludendo specifiche intolleranze al prodotto stesso o agli eccipienti della compressa, questi sono sostanzialmente legati ad un eventuale dosaggio eccessivo e si manifesteranno con sintomi da ipertiroidismo (tachicardia continua, tremore, agitazione e ansia immotivate ecc) ma questi sono effetti legati al sovradosaggio e non effetti collaterali della tiroide secca.

In quali dosaggi è disponibile la tiroide secca?

–          I prodotti commerciali americani come Nature-Throid [ora non più in commercio] e Armour sono disponibili in dosaggi che vanno da 1/4 di grano (15mg) fino a 5 grani (300mg), la Canadese Erfa esiste solo da 30, 60 e 125mg. I dosaggi che più comunemente sono importati dalle farmacie estere sono quelli da 1 grano (60-65mg), 2 grani (125-130mg). Le preparazioni galeniche possono in teoria essere preparate in qualsiasi dosaggio ma comunemente, anche per praticità e controllo dei costi soprattutto per le compresse (che hanno costi di produzione più alti delle capsule) vengono preparata nel dosaggio da 130mg divisibile in quattro parti consentendo così di poter ottenere altri dosaggi.

E’ bene precisare, dato che diversi pazienti hanno avuto questo dubbio, che il grano (grain, abbreviazione: gr.) indicato sulle etichette dei prodotti USA è una unità di peso farmaceutica anglosassone corrispondente a 60mg (65mg secondo alcuni produttori) e che quindi un grano NON è una compressa (o un granulo) come alcuni pensano, per cui ad esempio sulla etichetta della tiroide secca da 130mg ci sarà scritto “2 grain (130mg)” ma questo non vuol dire che 2 compresse (da alcuni scambiate per “grani”) equivalgono a 130mg, è una sola compressa a contenere questo dosaggio. Il dosaggio indicato sulla confezione di ogni singolo farmaco venduto nel mondo si riferisce sempre e soltanto all’unità (una compressa, una capsula, una fiala, ecc) e non può esistere una etichetta con un dosaggio che si riferisca a due o più unità perchè non farebbe altro che creare pericolose confusioni.

La tiroide secca contiene gutine e/o lattosio?

–          La tiroide secca non contiene glutine. Il lattosio non viene aggiunto come eccipiente nella compressa ma può essere presente in tracce nella polvere di tiroide utilizzata come materia prima, ma in questo caso la quantità è molto piccola, meno di 5mg per una compressa da 65mg, ed è quindi difficile che provochi problemi anche a chi è intollerante al lattosio.

Posso assumere la tiroide secca anche se mi hanno tolto completamente la tiroide o se ho fatto lo iodio radioattivo?

–          Certamente si, non c’è nessuna differenza se la terapia sostitutiva viene effettuata con un ormone sintetico o con la ghiandola intera essiccata, in entrambi i casi vengono garantiti gli ormoni necessari a compensare la mancanza della ghiandola tiroidea o della sua funzionalità.

Posso assumere la tiroide secca anche in gravidanza?

–          Certamente sì, per almeno sessant’anni milioni di donne hanno trascorso la gravidanza e partorito senza problemi utilizzando esclusivamente la tiroide secca che allora era l’unica terapia esistente per l’ipotiroidismo. L’importante è che il TSH sia sufficientemente basso, i ginecologi consigliano che stia sotto al 2-2,5 già prima di intraprendere una gravidanza, ma io preferisco che stia sotto a 1,5. Va ricordato che l’ipotiroidismo se non trattato adeguatamente riduce drasticamente la fertilità ed espone a un deciso aumento del rischio di aborto. E’ importante tenere presente che in gravidanza, specie nei primi mesi, il fabbisogno di ormoni tiroidei aumenta quindi è bene fare regolarmente  l’esame del TSH per valutare se sia necessario o meno aumentare il dosaggio di tiroide secca.  Naturalmente, come succede anche al di fuori della gravidanza, se si assume un dosaggio di 130mg o più è molto facile avere anche qui un TSH a zero (ad esempio 0,01) ma, come spiegato più sotto, senza FT3 e FT4 troppo alti e soprattutto in assenza di sintomi da iperdosaggio un TSH a zero non è di per sé indicativo di iperdosaggio e non richiede una riduzione della dose. In caso di gravidanza è comunque necessario contattarmi al più presto per eventuali aggiustamenti della terapia (tiroide secca ed eventuali integratori) in modo che io possa seguire la paziente nel modo migliore durante la gestazione.

Quando e come è meglio assumere la tiroide secca?

–          Come qualsiasi ormone tiroideo è bene assumere la tiroide secca al mattino a digiuno, almeno 20 o 30 minuti prima di colazione, meglio ancora se la si mastica un pò prima di deglutirla, in quanto questo facilita il suo assorbimento. Nella stragrande maggioranza dei casi, e se il dosaggio non è molto elevato, va benissimo assumere tutta la dose in un’unica soluzione al mattino. In alcuni casi particolari è possibile dividere la dose ed assumerne una parte (minore) nel pomeriggio/sera. Se si deve assumere del ferro o del calcio questi vanno presi molto lontano dalla tiroide (perché possono inibirne l’assorbimento) quindi preferibilmente nel pomeriggio/sera.

Quando faccio gli esami del sangue, devo  assumere la tiroide secca la mattina del prelievo?

–          No, la mattina del prelievo la tiroide secca va assunta solo dopo il prelievo stesso e mai prima.  Se viene assunta prima potremo facilmente trovare l’FT3 al di sopra del massimo del range di normalità, questo perché il T3 viene assorbito velocemente e questo causa un picco della sua concentrazione nel plasma che ci potrebbe portare a conclusioni errate

Se inizio ad assumere la tiroide secca dovrò farlo per tutta la vita?  La mia tiroide si atrofizzerà?

–          La tiroide secca non crea “dipendenza” per cui teoricamente la si potrebbe  sospendere in ogni momento ma è chiaro che, se il suo uso ha portato dei benefici, questi benefici se ne andranno con la sua sospensione ed è quindi evidente che per continuare a stare bene la terapia andrà continuata per tutta la vita. L’uso cronico dalla tiroide secca, come del resto quello della tiroxina sintetica, non causa comunque alcuna atrofia della ghiandola stessa, è la patologia autoimmune (tiroidite) che progressivamente ne riduce l’efficienza.

Sono vegetariana/vegana e quindi contraria all’uso di qualsiasi prodotto di derivazione animale inclusa la tiroide secca, nel mio caso esiste un’alternativa?

–          In caso non si voglia assumere per qualsiasi ragione la tiroide secca l’unica alternativa alla tiroxina sintetica è una combinazione sempre sintetica di T3 e T4 (cioè dei due ormoni principali prodotti dalla tiroide) negli stessi rapporti e quantità contenuti nella tiroide secca. Mentre questo prodotto è decisamente superiore alla sola tiroxina, in un certo numero di casi la sua efficacia si è dimostrata inferiore a quella della tiroide secca. Quindi un’alternativa esiste e in un discreto numero di casi può dare risultati comparabili a quelli della tiroide secca mentre in altri può non essere del tutto soddisfacente.

LA TERAPIA

Dopo l’inizio della terapia quando e come la posso contattare?

–          Il metodo preferibile di contatto è via email mentre il telefono dovrebbe essere riservato a comunicazioni importanti ed urgenti e comunque andrebbe usato il meno possibile. Non inviate messaggi su Whatsapp (e possibilmente nemmeno sms) perchè lo uso di rado e rischio quindi di non rispondere. Per quanto faccia del mio meglio per rispondere alle email nel minor tempo possibile, e generalmente riesco a farlo entro 24-48 ore, l’elevato numero quotidiano di queste ed il mio poco tempo libero fanno sì che a volte la risposta non sia immediata. Aspettatevi quindi una risposta entro 3-4 giorni e soprattutto NON inviate di nuovo la stessa email poco dopo la prima perchè non avete ancora ricevuto risposta, il rimandarla non accelera la mia risposta ma mi crea soltanto ulteriori problemi aumentando il carico di lavoro. Normalmente le email arrivano regolarmente per cui solo se non avete avuto risposta dopo 5-6 giorni è possibile che la vostra email non sia mai arrivata ed è quindi consigliato reinviarla, ma non prima. Infine, per favore, indicate sempre nome e cognome completi in ogni email, specie nei casi (assai frequenti) in  cui l’intestazione/indirizzo email abbia nomi o sigle di fantasia, in quanto la mancanza di questo dato mi rende assai difficile e a volte impossibile la corretta identificazione del paziente.

L’uso della email dovrebbe essere comunque riservato a comunicazioni veloci quali ad esempio la richiesta di informazioni da parte di potenziali nuovi pazienti, conferma o cancellazione di un appuntamento, piccoli dubbi sulla terapia in corso, l’aggiustamento di un dosaggio oppure la comunicazione di esami aggiornati. Problematiche più serie e complesse, come casi che non rispondono adeguatamente alla terapia in atto, rendono necessario un nuovo appuntamento in studio per poterli rivalutare e discutere di persona in quanto non è possibile rivedere completamente i dettagli di un caso o modificare radicalmente una terapia via email o telefono.

Dato che ho numerosi pazienti da seguire chiedo la cortesia di contattarmi solo se veramente necessario ed è per questo che ho scritto questa pagina nella quale potete già trovare le risposte a molte delle domande più frequenti che ricevo.

Ho assunto la dose prescritta di tiroide secca per il numero di giorni stabilito ma non è cambiato niente, cosa devo fare?

–          All’atto della prescrizione lascio sempre uno schema terapeutico con un aumento progressivo del dosaggio di tiroide secca dopo un certo numero di giorni con le esatte indicazioni di come comportarsi. Se il primo periodo è passato senza variazioni positive si deve automaticamente passare al dosaggio successivo indicato nello schema e per il numero dei giorni stabilito. In caso non ci sia ancora nessun cambiamento si passerà al terzo (e ultimo) dosaggio indicato. Mi deve contattare solo al raggiungimento di quest’ultimo dosaggio salvo che non abbia avuto miglioramenti già col primo o col secondo dosaggio, nel qual caso mi deve contattare appena avverte tale miglioramento. L’importante è che durante la terapia non appaiano tachicardia costante, agitazione o ansia immotivate, che in genere sono il segnale che il dosaggio assunto è troppo alto e va ridotto.

Quando devo rifare gli esami?

–          Se si inizia la terapia con la tiroide secca deve essere chiaro che gli esami di laboratorio (soprattutto il valore del TSH) perdono molta della loro importanza come guida per il corretto dosaggio del farmaco. Troppi pazienti restano invece attaccati a questo concetto e ripetono il TSH ogni mese o due per “monitorare” la situazione. Niente di più sbagliato. A differenza della tiroxina che viene aumentata o diminuita a seconda del valore del TSH, la tiroide secca va dosata sostanzialmente sui sintomi del paziente e non sui suoi esami. Gli esami quindi non vanno rifatti frequentemente ma solo quando realmente necessario e soprattutto vanno rifatti soprattutto quelli che precedentemente erano fuori range. Se gli esami vengono rifatti e mi vengono inviati per email è fondamentale inserire nella email stessa anche un resoconto sullo stato attuale e sui sintomi eventualmente migliorati o ancora presenti. Non mi serve a nulla ricevere una serie di esami aggiornati senza sapere come sta il paziente.

Ho rifatto gli esami e il TSH è troppo basso, sotto al minimo del range di normalità del laboratorio. Devo abbassare la dose di tiroide secca?

–          Come già detto più sopra il TSH non ha quasi più importanza durante la terapia con tiroide secca. Ferme restando le differenze individuali, generalmente se si assume un dosaggio di 130 mg o più (a volte anche già con 100mg o in certi carti casi addirittura con 65mg ) è normale che il TSH arrivi a zero e questo non è di per sé un segno di dosaggio eccessivo o peggio ancora che il paziente sta passando all’ipertiroidismo. Se non sono comparsi sintomi di eccesso (tachicardia, agitazione, ansia, tremori…) e se FT3 e FT4 non sono sopra al massimo del range, il TSH molto basso non è affatto un problema e il dosaggio non va ridotto. Si ricordi sempre di NON assumere la tiroide secca prima del prelievo ma solo dopo averlo fatto.

Col TSH a zero sono a rischio maggiore di osteoporosi?

–           No, come appena detto, avere il TSH a zero con certi dosaggi di tiroide secca è assolutamente normale e non vuol dire che si è passati in ipertiroidismo. Un rischio maggiore di osteoporosi ci può essere in caso di un vero ipertiroidismo (ad esempio nel morbo di Basedow) che vada avanti per tempi lunghi senza un trattamento adeguato, ma questo non è il caso di una terapia con tiroide secca in un paziente che a parte il TSH a zero sta bene, non ha sintomi da ipertiroidismo e ha FT3 e FT4 normali.

Ho rifatto gli esami e mi ritrovo con FT4 al minimo del range (oppure addirittura un pò sotto al minimo), devo cambiare dosaggio?

–          Può succedere usando tiroide secca (o anche Tiroide Ibsa) che il valore di FT4 si trovi verso il minimo del range o a volte addirittura un pò sotto al minimo, questo di per sé non è un problema se il valore di FT3 è buono e soprattutto se il paziente sta bene. Va ricordato che il T4 non è un ormone metabolicamente attivo ma è solo un precursore dell’ormone attivo che è invece il T3, per cui se FT4 risulta un pò basso il dosaggio non deve essere modificato per questo, l’importante è che FT3 sia ad un buon livello e che il paziente stia comunque bene.

Ho rifatto gli esami e mi ritrovo con FT3 alto, oltre il massimo del range, cosa significa?

–          Se FT3 è decisamente più alto del massimo del range (ad esempio 6..9 con un range di 2-4) verosimilmente avevate preso la tiroide secca PRIMA del prelievo. Come già scritto più sopra, la mattina del prelievo la tiroide secca va assunta solo DOPO il prelievo stesso e mai prima, questo perché il T3 contenuto nella tiroide secca viene assorbito velocemente e questo causa un picco della sua concentrazione nel plasma che causa il valore molto elevato che avete riscontrato. Si tratta quindi di un artefatto che di per sé non inficia la correttezza della terapia che state seguendo. In questo caso non è quindi necessario ripetere l’esame ma se lo ripeteste senza prendere la tiroide avreste un FT3 verosimilmente di nuovo nel range di normalità.

E’ invece possibile trovare un FT3 di poco al di sopra del range (ad esempio 4.2-4.6 con un range di 2-4) se si assumono dosaggi abbastanza elevati di tiroide secca e in questo caso, in assenza di sintomi da iperdosaggio, questo valore non va considerato alterato

Ho difficoltà ad aumentare la dose di tiroide secca, perché anche un dosaggio molto basso mi provoca tachicardia e palpitazioni

–          Le due cause principali di scarsa tolleranza agli ormoni tiroidei sono una carenza di ferro o le ghiandole surrenali un po’ “stanche”. Se vi è stato prescritto del ferro dovete ricordare che questo va fatto regolarmente e a dosi sufficienti  per almeno 2-3 mesi continuativi in quanto i valori di ferro e ferritina impiegano molto tempo a crescere. Se invece il ferro negli esami è normale il problema possono essere le surrenali . In questo caso è bene fissare un nuovo appuntamento per valutare la situazione ed eventualmente reimpostare la terapia. Questo tipo di problematiche non si può trattare al telefono o per email. A volte per valutare la funzionalità surrenale è necessario un dosaggio del cortisolo (e del DHEA) nella saliva fatto più volte nella giornata (molto più attendibile del semplice cortisolo nel sangue).  Per dettagli su questo test si deve comunque contattare lo studio.

Molti dei miei sintomi sono migliorati con la tiroide secca ma il peso ancora non cala, quando comincerò a dimagrire?

–          Premesso che io non mi occupo di controllo del peso, non faccio terapie dimagranti e né prescrivo diete, deve essere chiaro che la terapia che propongo è mirata a correggere l’ipotiroidismo ed i molti sintomi da questo provocati  ma non è una terapia per perdere peso. Parecchi pazienti effettivamente cominciano a dimagrire una volta che il loro metabolismo si attiva grazie alla terapia, ma l’eventuale perdita di peso è un fatto molto soggettivo dato che ognuno di noi è metabolicamente unico. Alcuni pazienti possono calare anche 10 o 20kg in pochi mesi senza diete particolarmente rigide, mentre altri, benché stiano ottenendo notevoli miglioramenti sui loro sintomi legati all’ipotiroidismo, continuano a faticare per perdere anche pochi kg. Per queste ragioni non posso garantire a nessuno una perdita di peso, né pronosticare se e quanto peso potrete perdere, né in quanto tempo. Per questa ragione se il vostro unico problema è l’aumento di peso non credo di essere il medico più adatto per aiutarvi in questo.

Da quando ho iniziato la terapia con la tiroide secca mi sono apparsi questi sintomi … … …  sono effetti collaterali della tiroide secca o sono comunque causati dalla terapia?

–          Benché normalmente i pazienti non siano dei grandi osservatori di sé stessi, capita spesso che quando iniziano una terapia nuova molti di questi comincino invece a fare molta attenzione a tutto ciò che accade loro e di conseguenza tendono ad attribuire alla nuova terapia qualsiasi sintomo o variazione dello stato precedente che si possa verificare. In realtà nel 99% dei casi questi eventuali “nuovi sintomi” non hanno nulla a che vedere con la terapia a base di tiroide secca. A parte i casi (rari ma possibili) di una allergia o intolleranza al principio attivo o più spesso ad uno o più degli eccipienti della compressa, l’unico effetto collaterale riconosciuto della tiroide secca è dovuto ad un eventuale iperdosaggio (cioè un ipertiroidismo indotto da un dosaggio eccessivo): tachicardia costante, agitazione e  ansia esagerate e immotivate, diarrea, aumento della temperatura corporea, ecc. ma in questi casi c’è sempre il sintomo principale dell’eccesso di ormoni tiroidei, cioè la tachicardia (frequenza di almeno 90-100 battiti al minuto) che non è occasionale ma è continua per tutta la giornata. Questi sintomi, fra l’altro, regrediscono rapidamente non appena si sospende o si riduce decisamente la dose. Tutti gli altri eventuali sintomi che il paziente nota sono molto probabilmente dovuti ad altre cause che andrebbero quindi adeguatamente verificate, e non sono dovuti alla “nuova terapia”. 

Per quanto tempo è valida una ricetta?

–          La ricetta in farmacia è valida per sei mesi a partire dalla data riportata sulla ricetta stessa.

 

 

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