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FREQUENZA e SINTOMI: l’ipotiroidismo è molto più frequente di quanto comunemente si pensi (la statistica ufficiale dice che interessa il 5% della popolazione, mentre in realtà siamo verosimilmente ben oltre il 50%), e la sua incidenza è in costante aumento di generazione in generazione. I sintomi prodotti da questa patologia non sono solo i classici stanchezza, freddolosità, aumento di peso, stitichezza o depressione, ma possono superare il centinaio ed includere emicrania o cefalea, allergie, dolori articolari e muscolari, difficoltà di concentrazione, gonfiori, ipercolesterolemia, sterilità, disturbi mestruali, dermatiti, facilità alle infezioni soprattutto delle vie respiratorie, ecc. Vedi un elenco dei sintomi pricipali qui.
DIAGNOSI: gli esami del sangue oggi comunemente utilizzati per la diagnosi di ipotiroidismo (praticamente solo TSH ed FT4, molto raramente FT3) molte volte non sono in grado di rilevarlo per una loro scarsa attendibilità e anche perché in molti casi il problema non è una quantità insufficiente di ormoni circolanti ma un problema nel loro metabolismo (ridotta conversione T4→T3, ridotta sensibilità dei recettori cellulari o anomalie nel trasporto dell’ormone all’interno della cellula). Esistono quindi molti casi di ipotiroidismo in cui gli esami rientrano nei valori normali e che possono essere diagnosticati solo dall’abilità e dall’esperienza clinica del medico supportata dall’osservazione attenta di segni e sintomi e da metodi empirici come il test di Barnes. Questo test, che potete comodamente a casa, consiste nel misurare la temperatura ascellare per 3-4gg al mattino al risveglio (le donne fertili devono misurarla durante il ciclo) in riposo assoluto e prima di alzarsi. Se la temperatura è inferiore a 36,4 C° è possibile che siamo in presenza di un certo grado di ipotiroidismo che andrà comunque confermato da un medico esperto.
TERAPIA: l’ipotiroidismo viene trattato comunemente con la sola l-tiroxina (T4) che purtroppo non è quasi mai la terapia giusta per compensare adeguatamente una tiroide insufficiente, anche perché il T4 è solo un precursore dell’ormone attivo (T3) nel quale deve comunque trasformarsi per potere esercitare il suo effetto metabolico, e questo purtroppo molte volte non avviene correttamente. Ed è per questo che molti pazienti, pur assumendo regolarmente T4 vedono migliorare solo i loro esami di laboratorio mentre i loro sintomi rimangono pressochè gli stessi che lamentavano prima di iniziare la terapia. Per questo, quando è necessaria una supplementazione ormonale, è sempre preferibile utilizzare la “vecchia” tiroide secca (estratta dal maiale) che contiene sia T4 che T3 preformato (e che per quasi un secolo ha dimostrato di essere molto efficace e assai sicura) o, al limite, una tiroide sintetica che contenga sia T4 che T3. E’ inoltre consigliabile somministrare dei nutrienti specifici (quali selenio, zinco, iodio, vit.A, D, ecc.) a volte insieme ad alcuni fitoterapici, il tutto per nutrire e stimolare la ghiandola, affinchè questa possa produrre in maniera ottimale i suoi ormoni e soprattutto perchè questi vengano poi adeguatamente metabolizzati.
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